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![]() Tweet UNIVERSITÀ Nel Medioevo, corporazione che raggruppava i maestri e gli studenti di una città. Dotata di privilegi giuridici promulgati dalle autorità laiche ed ecclesiastiche che le concedevano un'ampia autonomia (potere di appello al papa, diritto di sciopero, monopolio del conferimento dei gradi di studio) l'università era la prosecuzione duecentesca degli studia generalia. Vi erano due tipi di università: degli studenti, come a Bologna, e dei maestri, come a Parigi, riconosciuta come corporazione legale nel 1231. Ovunque era suddivisa in "società" o "nazioni" a seconda dell'origine linguistica e geografica dei suoi appartenenti. Solo nel Trecento e ancor più nel Quattrocento (con la moltiplicazione delle sedi in Spagna, Germania e nell'est europeo) le università si trasformarono in centri nazionali, ormai dipendenti più dai diversi regni e principati che dall'autorità papale. Si dividevano in quattro facoltà: le arti liberali (la più numerosa), il diritto canonico (o decreto), la medicina e la teologia. Il curriculum degli studi iniziava con le arti (dai 14 ai 20 anni), medicina e diritto si insegnavano fra i 20 e i 25, mentre l'età minima per una laurea in teologia era di solito fissata a 35 anni. Con lo scioglimento delle corporazioni le università divennero organismi formativi di diritto pubblico. |
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